top of page

Rocket® Yoga - Di cosa si tratta?




“Il Rocket è progettato per risvegliare il sistema nervoso e nutrirlo con il prezioso prana che desidera ardentemente mentre si promuove uno spirito di cambiamento e libertà all’interno della pratica”


Rocket è una forma di yoga dinamico progettata per risvegliare il corpo e la mente.

È stata sviluppata a San Francisco nel 1980 da Larry Schultz, che ha ridefinito le pose della prima, seconda, terza e quarta serie dell’Ashtanga Vinyasa Yoga per renderle accessibili a tutti.

Schultz scopre lo yoga all’età di 29 anni dopo un incontro con Cliff Barber, uno dei pionieri dello yoga in Occidente. Nel 1982, durante un seminario, incontra K. Pattabhi Jois, con il quale studia per i successivi 7 anni tra India e Stati Uniti.

Larry Schultz insegna una versione modificata dell’Ashtanga Yoga in cui ogni classe incorpora le pose di tutte e tre le serie tradizionali. Ciò consente agli studenti di sperimentare tutte le pose. Questo approccio innovativo e rivoluzionario fa guadagnare a Schultz il soprannome di “The Bad Man of Ashtanga Yoga“.



A differenza dell’Ashtanga tradizionale in cui le posizioni vengono eseguite in un ordine fisso, il Rocket Yoga consente all’allievo di eseguire le posizioni in qualsiasi ordine e di ripetere quelle che desidera. Questo rende il Rocket Yoga ideale per approfondire e gestire in autonomia la propria pratica.


Nel Rocket, i praticanti si muovono rapidamente attraverso una serie di posizioni chiamata Rocket Series. Il ritmo veloce aiuta a riscaldare il corpo. Lo stile fluido rende la pratica dinamica e potente


Le serie in cui il Rocket Yoga si divide sono tre:


  1. Rocket 1: una pratica veloce che si concentra sul rafforzamento di gambe, spalle e addome e sull’apertura delle anche. Integra le pose della prima e della seconda serie di Ashtanga.

  2. Rocket 2: include variazioni di pose della seconda e terza serie di Ashtanga, concentrandosi su pose di forza, flessioni e aperture del petto. È una serie intermedia.

  3. Rocket 3: nasce dalla fusione delle prime due serie ed è una classe ad alta intensità che lascia il corpo carico di energia.


Proprio come nell’Ashtanga Yoga, durante una classe di Rocket Vinyasa Yoga, il respiro deve essere ritmato affinché scandisca il movimento, trasportando il praticante su di un’onda in movimento fluido.

Si accede così al flusso di intensa concentrazione, nel quale la mente si spegne e si attiva una percezione espansa del proprio corpo.

La direzione dello sguardo va focalizzata su punti precisi, in modo da limitare le distrazioni e portare l’attenzione verso il proprio interno.

Questa pratica vigorosa richiede impegno ed energia ma è in grado di trasformare in tempi relativamente brevi il corpo e la mente: il corpo diventa più allineato, stabile e via via più forte, resistente e flessibile. La mente diventa più concentrata, e insieme al movimento, più coordinata.

Al termine della pratica si sperimenta un senso di leggera euforia, elasticità e intenso benessere.



La filosofia del Rocket Vinyasa Yoga


La parte che a me piace e nella quale mi ritrovo di più riguardo alla pratica Rocket è soprattuto la parte filosofica che porta con sé, e penso che, proprio come insegna Larry Schultz:

 “la filosofia da significato e scopo alla pratica dello yoga.”

In questa filosofia Rocket viene dato spazio alla creatività e all’individualità dell’allievo quanto dell’insegnante, all’importanza di imparare ad interpretare il proprio sentire, ascoltando il corpo e costruendo il proprio stato mentale di sicurezza e benessere unico.

Questa filosofia si basa su dei valori e delle domande.

Schulz considerava importante farsi delle domande, lo definiva “living in the question”: perché voglio praticare? Ho un desiderio spirituale oppure solo fisico? Che cosa voglio imparare a sviluppare?

É importante rimanere saldi nella domanda, fissi in una dimensione di ricerca, fino a quando la risposta arriva da sé.

Queste domande non esistono solo all’inizio o precedentemente la pratica, ma proprio praticando, ne sorgeranno di nuove.

Le domande potrebbero cambiare o restare le medesime. Ciò che diventa cruciale è ascoltare la propria voce interiore e rimanere in queste domande finché le risposte non saranno rivelate.


Un altro valore importantissimo del Rocket Vinyasa Yoga è:

Pratica ciò che insegni, insegna ciò che pratichi.

Coerenza e del lavoro su se stessi.

Personalmente pratico tutti i giorni, più volte al giorno, sperimento anche stili e tecniche diverse, potrei essere definito un nerd dello Yoga e della flessibilità.

Ma la domanda che sempre mi guida è: che cosa posso insegnare se non pratico, se non studio, se non dedico tempo alla disciplina, se non ci metto passione, impegno e conoscenza?

Come posso insegnare una postura se non la so fare io stesso, o se la so fare ma non l’ho vissuta, sperimentata e compresa?


Cosa rende il Rocket Vinyasa Yoga unico?

Come abbiamo detto, affonda le sue radici nella tradizione dell’Ashtanga Vinyasa Yoga, ma questo stile si diversifica dagli altri Vinyasa (e anche dal Power Yoga) per la sua versatilità, completezza e accessibilità.

Versatile, perché  le sequenze si adattano perfettamente per diventare routine di movimenti che possono fungere da basi solide per poi svilupparsi in creatività.

Completo, perché è considerato una pratica tutto compreso, all-inclusive!

Accessibile, perché fornisce un format standard, raggiungibile dai praticanti di ogni livello, portando con sé i benefici delle posture tradizionali, senza richiedere doti eccessive di flessibilità o forza.



Ti aspetto sul tappetino!

 
 
 

Comments


bottom of page